Impianto fotovoltaico condominiale condiviso: come funziona

Impianto fotovoltaico condominiale condiviso: come funziona

L’impianto fotovoltaico condominiale condiviso è una scelta intelligente per tagliare le bollette, migliorare l’impatto ambientale e aumentare il valore dell’immobile. Non sempre è obbligatorio, ma in molti casi è richiesto o fortemente incentivato.
Con i giusti bonus e un buon progetto condiviso, può diventare una vera occasione per fare squadra!

In questo articolo faremo chiarezza su cosa significa condividere l’energia del sole tra vicini di casa, quando è possibile (o obbligatorio) farlo e quali sono gli incentivi disponibili per alleggerire la spesa iniziale.

Impianto fotovoltaico condominiale condiviso: che cos’è e come funziona

Un impianto fotovoltaico condominiale condiviso è, in pratica, un sistema di pannelli solari installato su un edificio con più unità abitative. Per intenderci meglio, possiamo fare l’esempio di un palazzo che produce energia elettrica sfruttando il sole e la distribuisce tra i vari condomini.

La particolarità è che l’energia non serve solo per le parti comuni (luci delle scale, ascensore, cancello elettrico…), ma può essere ripartita anche tra le singole abitazioni.

Sì, ma come funziona? 

Ci sono due modalità principali:

  1. Impianto centralizzato: tutta l’energia prodotta va al condominio e viene usata per le parti comuni oppure venduta alla rete. È il modello classico.
  2. Impianto condiviso (autoconsumo collettivo): i condomini si mettono d’accordo per dividere l’energia prodotta anche per le proprie utenze private. Ognuno riceve una quota proporzionale (in base agli accordi) e la utilizza per alimentare elettrodomestici, climatizzatori, ecc.

Il grande vantaggio di questo impianto è che ti permette di ridurre la bolletta e sfruttare energia pulita. In più, nel secondo caso, puoi accedere a specifici incentivi destinati all’autoconsumo collettivo.

Per attivarlo, serve:

  • l’approvazione dell’assemblea condominiale (almeno i 2/3 dei millesimi),
  • la firma di un contratto tra i partecipanti,
  • l’attivazione presso il GSE (Gestore dei Servizi Energetici).

Insomma, qualche passaggio burocratico c’è, ma nulla di impossibile. E, se fatto bene, il ritorno economico vale lo sforzo.

Impianto fotovoltaico condominiale condiviso: quando è obbligatorio?

La parola “obbligatorio” può spaventare, ma non preoccuparti: nessuno ti costringe a installare un impianto fotovoltaico condominiale condiviso. Tuttavia, ci sono casi in cui diventa fortemente consigliato e in alcuni interventi edilizi è richiesto dalla normativa.

Vediamo i casi principali:

  1. Nuove costruzioni o ristrutturazioni importanti
    In base al Decreto Requisiti Minimi e al DM 26 giugno 2015, se costruisci un nuovo edificio o ne ristrutturi uno esistente in modo significativo (coinvolgendo impianti e involucro), è obbligatorio prevedere una quota di energia da fonti rinnovabili. Questo non significa per forza fotovoltaico, ma è la soluzione più usata e comoda. Se sei in condominio, diventa quasi automatico pensare a un impianto condiviso.
  2. Edifici pubblici e nZEB (Nearly Zero Energy Buildings)
    Per certe categorie di edifici, come quelli pubblici o quelli di nuova costruzione, la legge prevede l’obbligo di integrare sistemi a energia rinnovabile. Anche qui, il fotovoltaico condiviso è una delle opzioni più pratiche.
  3. Accesso a incentivi e bandi
    Se vuoi ottenere certi bonus o contributi, ti viene chiesto di rispettare specifici standard energetici. In questi casi, installare un impianto condiviso diventa quasi un passaggio obbligato per rientrare nei parametri.

Riassumendo: l’impianto fotovoltaico condominiale condiviso non è sempre obbligatorio, ma spesso è il modo più intelligente (e richiesto) per rispettare la normativa e accedere ad agevolazioni.

Impianto fotovoltaico condominiale condiviso: quali sono gli sgravi fiscali

E qui arrivano le buone notizie. Installare un impianto fotovoltaico condominiale condiviso può sembrare un investimento impegnativo, ma lo Stato ti dà una mano con incentivi e detrazioni fiscali davvero interessanti.

Ecco i principali:

  1. Superbonus (fino al 2025 con percentuali variabili)
    Se rientri in un intervento di riqualificazione energetica più ampio (magari abbinato a cappotto termico o cambio caldaia) puoi accedere al Superbonus, che permette di recuperare fino all’85% della spesa sostenuta. Va detto che le percentuali variano anno dopo anno, quindi meglio verificare sul sito dell’Agenzia delle Entrate o con un tecnico.
  2. Bonus ristrutturazioni (50%)
    Se non puoi accedere al Superbonus, c’è comunque il Bonus Ristrutturazioni, che ti consente di recuperare il 50% delle spese per l’impianto fotovoltaico in 10 anni.
  3. Incentivi per l’autoconsumo collettivo
    Dal 2020 è possibile accedere a un contributo in conto esercizio se crei una comunità energetica o un gruppo di autoconsumo collettivo. Il GSE eroga un incentivo per ogni kWh condiviso tra i condomini.

Attenzione: per accedere a questi benefici servono requisiti tecnici precisi (potenza, modalità di connessione, documentazione corretta), quindi è fondamentale farsi seguire da un tecnico esperto.

Per maggiori dettagli aggiornati su bonus e incentivi, ti consiglio di consultare la sezione dedicata del sito del GSE, che spiega tutto in modo chiaro.

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